La Memoria e il Ricordo

Giornata della Memoria e Giornata del Ricordo 2019-20

Il Liceo Primo Levi, in collaborazione con il Comune di San Giuliano Milanese e di San Donato Milanese, ha deciso di realizzare un progetto ambizioso: creare i testimoni di domani.
Cosa significa?

La Giornata della Memoria e la Giornata del Ricordo rischiano sempre più di ridursi a momenti puramente istituzionali, scarsamente sentiti dalla cittadinanza e soprattutto dai ragazzi.

L’idea delle prof.sse Rita Borali e Vincenza Spatola è quella di coinvolgere un gruppo di studenti del Liceo in un processo di formazione che li porterà a diventare protagonisti di tali ricorrenze e testimoni della loro importanza presso i cittadini e gli studenti più giovani.

La prima occasione di riflessione è stata nel mese di dicembre 2019 una presenza d’eccezione: Gioele Dix ospite del nostro Liceo per leggere alcune pagine scelte di Primo Levi.

L’occasione successiva è stata la mostra Profughi nel silenzio. La vicenda del Villaggio San Marco 1954-1970 della Fondazione Fossoli.
Il Villaggio San Marco non è che il Campo di Fossoli, situato a circa sei chilometri da Carpi e costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici.
Nel dicembre del 1943 il sito è trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in Campo di concentramento per ebrei.
Dal marzo del 1944 diventa Campo poliziesco e di transito (Polizei und Durchgangslager), utilizzato dalle SS come anticamera dei Lager nazisti.
I circa 5.000 internati politici e razziali che passarono da Fossoli ebbero come destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Dachau, Buchenwald, Flossenburg e Ravensbrück.
Dodici i convogli che si formarono con gli internati di Fossoli; sul primo convoglio diretto ad Auschwitz, il 22 febbraio, viaggiava anche Primo Levi che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine di Se questo è un uomo e nella poesia Tramonto a Fossoli.
Fossoli dunque è stato il Campo nazionale della deportazione razziale e politica dall’Italia.
Tra il 1945 e il 1947 è Campo per “indesiderabili”, ovvero un centro di raccolta per profughi stranieri.
Dopo la fine della guerra il Campo è utilizzato a scopo civile. Dal 1947 al 1952 è occupato dalla comunità dei Piccoli Apostoli di Don Zeno Saltini che a Fossoli danno vita a Nomadelfia.
Dal 1954 alla fine degli anni Sessanta vi giungono i profughi giuliani e dalmati provenienti dall’Istria e vi fondano il Villaggio San Marco.

La mostra Profughi nel silenzio, realizzata attraverso la raccolta di materiale documentario e iconografico, si pone come strumento attraverso il quale conoscere il fenomeno dell’esodo giuliano-dalmata: dall’arrivo dei profughi in Italia alla loro permanenza nel tessuto locale, con una particolare focalizzazione sull’esperienza del Villaggio San Marco, aperto nell’ex Campo di concentramento di Fossoli a partire dal 1954 e rimasto attivo per quasi diciassette anni, sino alla fine degli anni Sessanta.
Gli studenti quindi hanno riflettuto sia su Fossoli come campo di concentramento (Giornata della Memoria) che sulla sua trasformazione in campo di accoglienza profughi (Giorno del Ricordo).

La riflessione, sotto la guida dello scrittore ed ebraista Matteo Corradini, si è concretizzata nella produzione di alcuni video che attualizzano il dramma della Shoah.
I video sono stati realizzati nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) per il Comune di San Donato, che li ha commissionati e pubblicati sul proprio sito in occasione della Giornata della Memoria 2020 e che sono stati presentati durante la Notte del Liceo Classico 2020.

Gli studenti, nell’ambito dei percorsi PCTO per il Comune di San Giuliano, hanno realizzato alcune installazioni artistiche dedicate a Primo Levi e al Magazzino 18 di Trieste, hanno frequentato un corso di fumetto tenuto da S-cool che ha portato alla realizzazione di alcuni fumetti dedicati a personaggi transitati a Fossoli e soprattutto a due testimoni che gli studenti hanno potuto conoscere ed intervistare: Maria Bertazzoni e Annamaria Crasti.

Maria Bertazzoni è la figlia di Egidio Bertazzoni, insegnante di lettere presso la Società Umanitaria di Milano dal 1922 al 1943, quando ne viene allontanato perché non iscritto al PNF.
Antifascista da sempre, dopo l’8 settembre entra a far parte delle Squadre di azione patriottica (SAP).
Arrestato, è interrogato, torturato e quindi incarcerato a San Vittore e successivamente deportato a Mauthausen.
Giudicato inabile al lavoro, viene ucciso il 24 agosto 1944 nel castello di Hartheim, uno dei sei centri di sterminio dell’Aktion T4, nel programma di “eutanasia” nazista.
A lui il Comitato per le “Pietre d’Inciampo”, presieduto da Liliana Segre, ha dedicato nel 2019 una “pietra d’inciampo”.
“Stolpersteine” (pietra d’inciampo): nasce da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig, per contrastare l’oblio e le cattive memorie sulla tragedia delle deportazioni naziste durante la Seconda guerra mondiale.

Annamaria Crasti, esule istriana, con la sua testimonianza ha rievocato le drammatiche vicende che hanno preceduto l’esodo istriano e dalmata e ricordato il dramma dell’esodo stesso in un dialogo appassionato con gli studenti che ha portato a vincere il primo e il terzo premio della XII edizione del Concorso scolastico in memoria dell’esodo Giuliano-Dalmata-Istriano.

Infine gli studenti sono stati formati formati per essere le guide e i custodi della mostra per condurre le visite guidate per gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori e per la cittadinanza fra il 31 gennaio e il 24 febbraio 2020 presso lo spazio espositivo comunale in Piazza della Vittoria a San Giuliano milanese.

Vai alla presentazione della mostra Profughi nel silenzio

Referente: prof.ssa Rita Borali