Mare Nostrum. Voci dal Mediterraneo

Al secondo piano del Liceo Linguistico di San Giuliano Milanese è stato realizzato un allestimento artistico permanente per raccontare i sei anni del progetto Mediterraneo.
Il corridoio, che raccoglie le tracce dell’impegno dei nostri studenti, è stato allestito in collaborazione con l’artista MisterCaos.

Mare Nostrum
Voci dal Mediterraneo

Ora non può narrare. Quanto preme e travaglia arresta il tempo, il labbro, spinge contro il muro alto, nel cerchio breve, scioglie il lamento, il pianto.
Solo può dire intanto che un giorno se ne partì con un bagaglio di rimorsi e pene. Partì da una valle d’assenza e di silenzio, mute di randagi, nugoli di corvi su tufi e calcinacci…
(Vincenzo Consolo, L’olivo e l’olivastro)

L’idea di dedicare un corridoio al Mediterraneo è nata dall’esigenza di raccogliere e valorizzare le esperienze più significative realizzate nell’ambito delle cinque edizioni del Progetto Mediterraneo-lo specchio dell’altro.

Sulla porta del corridoio, immaginata come porta sul Mediterraneo, ci accoglie un abbraccio, ricordo di una vocazione antica di accoglienza e di incontro ma anche di saluto e di distacco per chi parte.
Da qui si snoda il filo del racconto che disegna volti e traccia sagome di viandanti, di cui ci sembra di sentire le storie, raccolte e riportate da scrittori e testimoni i cui versi sono stati selezionati tra le tante voci del Mediterraneo ascoltate in questi anni.

Incontriamo Mamadou Dia, che generosamente ha condiviso con noi la sua esperienza di giovane africano con il suo sogno europeo e ci ricorda che “Tutti siamo migranti, tutti siamo in cammino”.

Come il viaggiatore di Saramago anche noi ci rivolgiamo ai pesci dell’una e dell’altra sponda, invidiandone la libertà di movimento e la condizione di grande fratellanza.

E ancora Marco Alfarano che a pochi mesi dalla scomparsa del nonno Gabriele Pece, ci dona stralci del suo diario, che racconta l’infanzia trascorsa in Libia e il successivo viaggio verso le coste italiane per sfuggire ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Il tavolo delle culture con i suoi tanti focolai di guerra ancora oggi accesi lungo le coste si mette in contrasto con la flotta pacifica di barchette di carta che ci ricordano “che il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione”.

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